Per Adispro il commento del direttore sportivo del team Androni Giocattoli Giovanni Ellena.
Vincere a soli 22 anni la corsa a tappe più importante del mondo non è impresa da tutti i giorni. Egan Bernal, colombiano originario di Zipaquirà, ci è riuscito portando per la prima volta nella storia la maglia gialla in Sud America.
Un talento cresciuto ciclisticamente anche in Italia. “Voglio ringraziare l’Italia, sono cresciuto lì e mi sento un po’ italiano” c’è anche questo tra le parole che Bernal, vincitore più giovane della storia moderna della Grande Boucle, ha detto in maglia gialla con un ottimo italiano nel suo discorso di ringraziamento sul podio di Parigi.
Per due anni (2016-2017) alla corte di Gianni Savio all’Androni Giocattoli Sidermec, dove ha assaggiato il ciclismo che conta, dimostrando il suo talento prima di approdare alla corazzata Sky (ora Ineos), Bernal ha vissuto a lungo in un appartamento di Cuorgné, nel Canavese, in Piemonte. A guidarlo dall’ammiraglia quando era in maglia Androni c’era il diesse Giovanni Ellena.
“E’ una forte emozione vedere un giovane corridore che tu hai avuto in squadra, che era molto promettente dal punto di vista atletico anche se ancora un po’ grezzo tecnicamente, in soli due anni essere capace di diventare uno dei vincitori più giovani di sempre del Tour de France. E’ una cosa impressionante quello che Egan ha fatto, per me una grande soddisfazione. Poi c’è un aneddoto che mi fa piacere ricordare. In uno degli allenamenti fatti con Egan sulle strade vicine a casa mia, siamo andati sul Colle del Nivolet a oltre 2600 metri di quota, tra l’altro la 13a tappa del Giro d’Italia di quest’anno è arrivata appena sotto a Lago Serrù, e in quell’occasione gli dissi guarda che un po’ più in la c’è il Col de l’Iseran, una salita mitica del Tour de France, e casualmente lui ha preso la maglia gialla proprio con un bellissimo attacco su quella salita. Egan è un vero talento, un predestinato. Con lui abbiamo sempre lavorato bene. E’ un ragazzo sia molto attento alla tecnologia, aspetto che anche io come direttore cerco di utilizzare molto negli allenamenti e in gara, ma allo stesso tempo è un ragazzo molto valido dal punto di vista umano con cui basta uno scambio di sguardi e poche parole per capirsi al volo e trovare la giusta intesa. E’ uno di quei corridori che lasciano il segno sia dal punto di vista sportivo che umano. Con lui ho ancora un ottimo rapporto. E quando ci sentiamo o ci vediamo è bello rispolverare le esperienze e i bei momenti passati assieme” racconta Giovanni Ellena.