Grosseto, 25 novembre 2017 – Direttori sportivi a convegno per la tradizionale assemblea annuale Adispro. Una due giorni ricca di relatori e di spunti interessanti che pongono l’attenzione tra le altre cose sull’evoluzione che sta interessando la figura del direttore sportivo. “Una buona occasione per riconciliare la figura del direttore sportivo con quella del medico e analizzare le nuove figure che stanno entrando nel mondo del ciclismo e negli staff dei team professionistici come quella dell’allenatore. Un convegno che produce sistema“. Con soddisfazione l’avvocato Davide Goetz, presidente di Adispro, l’associazione italiana direttori sportivi professionisti, ha aperto, assieme al presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco e il dottor Daniele Tarsi, presidente dell’associazione dei medici sportivi del ciclismo (AIMEC) il convegno dei medici sportivi in collaborazione con l’Adispro.
La figura del dottore sportivo, una figura in continua evoluzione, come ha sottolineato anche Fabio Baldato, ex corridore e ora direttore sportivo alla BMC. “Al centro di un team si sta mettendo sempre di più la figura dell’allenatore ma il direttore sportivo rimane comunque il perno della struttura di un team. Certo, non abbiamo la preparazione scientifica di un allenatore ma si è creato un sistema sinergico che permette di portare l’atleta in situazioni sempre più performanti. Perchè l’obiettivo rimane quello di preparare l’atleta nel picco della performance per ottenere il risultato”.
“Deve rimanere l’umanizzazione del ruolo del direttore sportivo, che è comunque una figura fondamentale nei team ciclistici, anche se si va sempre più verso un utilizzo della tecnologia e dei sistemi informativi per capire la condizione fisica del corridore” ha analizzato Tarsi. “Si sta crescendo in un sistema appunto sinergico, in cui il ruolo del medico, dell’allenatore e del direttore sportivo si compenetrano, dialogano insieme con l’obiettivo del raggiungimento degli obiettivi prefissati.” E proprio da questa assemblea generale dell’Adispro parte una nuova scommessa dell’associazione, sempre più verso una modernizzazione del ruolo del direttore sportivo, lasciando da parte gli aspetti romantici che hanno sempre connotato questa figura ed evolvendosi in un ruolo globalizzato, al passo con i tempi e capace di utilizzare nuove metodologie e strumentazioni tecnologiche per far crescere questa figura che comunque, parola dei direttori sportivi italiani, ha fatto scuola nel mondo.